In occasione di una missione popolare tenuta nel lontano 1750, la devozione alla Vergine sotto il titolo di Addolorata, fu ravvivata al punto tale che da allora nella coscienza collettiva stefanese, la festa mariana di settembre fu considerata la principale del paese, facendo progressivamente cadere in disuso ogni forma di festeggiamento esterno in onore di San Nicolò di Bari, titolare dell’unica parrocchia stefanese.
La prima e molto partecipata processione dell’Addolorata ha luogo il Venerdì santo, quando in un’atmosfera di profonda mestizia accentuata dal suono della banda e da antichi canti, il simulacro della Vergine, privo di fiori e di ogni addobbo festoso, accompagna alla sepoltura quello del Cristo morto racchiuso in un’urna di vetro.
Ben diverso è il tono della processione di settembre: in quest’occasione della quale lo stesso simulacro della Vergine, adornato da una profusione di fiori, esce dalla chiesa, accolto da una folla plaudente, dallo sparo di mortaretti e dalle marce festose della banda. I fedeli, non meno numerosi rispetto al venerdì santo, seguono l’immagine tra le acclamazioni dei portatori e le preghiere devozionali lungo le strade cittadine, festosamente illuminate e fiancheggiate da pittoresche bancarelle traboccanti di dolciumi e mercanzie di ogni genere.
Prof. Giuseppe Cataldi